domenica 25 maggio 2014

Di nuovi mondi, grafici e scritti

Buon pomeriggio compulsivo a tutti,
è una Bookaholic ancora sofferente per la crisi da overbooking a scrivervi. Sono stati giorni dolorosi e difficili, giorni in cui l'ebook reader ha riposato ed è stato rimpiazzato da forme di procrastinazione più "alla mano" (prevalentemente il xxxxxggio su social network vari). Mi piacerebbe perdermi in un buon libro, ma sembra proprio che io abbia perso questa abilità. Spero di riprendermi presto.

Questo non significa che nel frattempo io non abbia letto nulla. Quando non è aria di libri in genere mi butto sulle graphic novel. Ne ho approfittato per dare un'occhiata alla serie Buena Vista (Disney) Kylion, di cui sono usciti 13 albi prestatimi da Francesco, amico con cui a volte ci si scambia roba da leggere. Ero stata avvisata che la serie aveva chiuso dopo soli 13 numeri perché le vendite non erano quelle attese da Disney, ma a Francesco era piaciuta e speravo potesse aiutarmi a riprendermi dall'overbooking. Purtroppo così non è stato. Ora vi spiego perché. 
Da sinistra: Calliope, Raiden, Cole, Tanner, Erin e Mita
Iniziamo dalla trama: Futuro. L'umanità si è da tempo trasferita su Marte, ma la voglia/possibilità di esplorare nuovi mondi non si è ancora esaurita. Un gruppo di giovani esploratori viene inviato in cerca di  pianeti abitabili, ma un naufragio porta i nostri eroi su Kylion. Inizialmente sembra si tratti di un pianeta disabitato, ma ben presto i ragazzi si scontrano con la popolazione autoctona, con risultati altalenanti. Personalmente ho trovato l'idea di base funzionale anche se non proprio originalissima. I personaggi sono un po' stereotipati: abbiamo l'infallibile comandante Tanner, il rompipalle perennemente arrabbiato Raiden, l'ingegnere meccanico Mita - la sotuttoioaggressive della situazione, l'ufficiale medico Cole - classico bravo ragazzo dal grande cervello, l'assistente di rotta Erin che fa stupidaggini in continuazione e la biologa Calliope, che nonostante i poteri telepatici non si accorge che Cole ha una cotta per lei. C'è da dire che in un setup di questo tipo i personaggi devono partire da uno stereotipo per poi svilupparsi nel lungo periodo e capovolgere la situazione di partenza, ma ciò non è stato possibile a causa della chiusura della serie. Tuttavia nei primi numeri la caratterizzazione è un po' manichea, e questo aspetto si riflette anche sulla struttura dei singoli albi. All'interno di ognuno di essi c'è infatti una situazione di partenza in cui il gruppo di personaggi è messo a contatto con un aspetto della vita di Kylion. Può trattarsi della ricerca di un pezzo per riparare la navicella spaziale al più grande mercato del pianeta, o anche di una banale cerimonia pubblica con le autorità di Kylion. Sta di fatto che in ognuna di queste situazioni a un certo punto inevitabilmente Raiden fa qualche stupidaggine, oppure Erin fa qualche stupidaggine, e i nostri eroi devono metterci una pezza per evitare a) di farsi eliminare; b) di compromettere in modo irrimediabile i rapporti diplomatici già delicati con Kylion. Insomma, il lettore sa già in anticipo che ogni idea di Raiden o Erin si rivelerà sbagliata, e che questi due personaggi non ne faranno mai una giusta, mentre ogni cosa detta/fatta da Tanner, Mita, Calliope e Cole è infallibile e rappresenta il punto di vista che l'autore vorrebbe far sposare al lettore. Peccato che proporre una struttura di questo tipo in ogni numero per far procedere l'azione dopo un po' si riveli un meccanismo narrativo rigido e noioso. Devo dire che nonostante tutto non boccerei Kylion perché è una lettura che sicuramente avrei apprezzato di più se l'avessi affrontata in un altro momento. Sta di fatto che non sono riuscita a superare l'ottavo numero della serie. 

La cover di Earthman Jack
Un'altra lettura a cui mi sono dedicata è Earthman Jack vs. the Ghost Planet, di Matthew Kadish. Ho scoperto questo libro tramite NetGalley. Ecco la trama, tradotta da me dall'originale in inglese su Goodreads: Gli unici problemi di Jack Finnegan sono i bulli, le punizioni scolastiche e farsi notare dalla ragazza dei suoi sogni... Almeno finché un esercito di alieni cattivi invade la Terra. All'improvviso, da semplice teenager perdigiorno si ritrova al centro di un conflitto galattico - uno in cui ogni pianeta è in pericolo, i soldati usano la fisica quantistica per trasformarsi in supereroi, e i nemici utilizzano misteriose magie in grado di renderli invincibili. Il segreto per porre fine al conflitto e salvare l'universo potrebbe celarsi in una navicella spaziale potente e antica, che sembra poter essere comandata solo da un Terrestre. Ora, Jack e il suo scalcagnato gruppo di alleati dovranno affrontare ostacoli impensabili, sconfiggere un nemico immortale, liberare la principessa della galassia, e salvare l'universo dalla minaccia più terrificante. Riuscirà questo perdigiorno a trasformarsi nell'eroe di cui la Terra ha bisogno? Il destino della galassia è nelle sue mani. 

Che dire, ho sentimenti contrastanti nei confronti di questo romanzo. Da una parte lo stile di Kadish mi piace: è spiritoso, non si dilunga, e riesce a caratterizzare i personaggi. Mi è piaciuto il modo in cui ha delineato il background di Jack e in cui ha reso vivi anche personaggi come Green, Sheperd e soprattutto Anna. Anna avrebbe potuto essere più damsel in distress di quanto poi effettivamente accada nel romanzo. Insomma, questo è uno di quei libri in cui la scrittura è fluida, i personaggi sono accattivanti e la trama funziona. E allora, direte voi, cos'è che non va? Francamente ho trovato molte situazioni non troppo velatamente citazionistiche. Intendiamoci: un conto è far citare Star Wars a uno dei personaggi. Un conto è inserire in un romanzo situazioni che fanno venire in mente tutta una serie di opere di sci-fi da Wargames a Ender's Game, da Guida galattica per gli autostoppisti al già citato Star Wars. Insomma, Jack è Luke Skywalker, Anna è la principessa Leila, abbiamo persino Shepard che se non è un Jedi non so cosa sia. Abbiamo il pluridannato salto nell'iperspazio del Millennium Falcon, rendiamoci conto. Certo, il tutto è ben mescolato e godibile per un appassionato di sci-fi, ma credo che per me sia un po' troppo. E non credo sia una questione di target perché i miei gusti mi portano di solito a prediligere romanzi pensati per i più giovani. E sono sempre stata convinta che se un romanzo è buono per un ragazzo lo è anche per... una persona più vintage. Insomma, nel complesso lo consiglierei o no? Forse potreste gustarlo se amate la sci-fi. Altro non so dirvi. 

La verità è che al momento non so se sono io che non sono più in grado di apprezzare un'opera perché sono satura o se semplicemente nell'ultimo periodo ho beccato solo cose che non erano nelle mie corde. Avrei proprio bisogno di un buon libro che mi tiri su, ma a) non so scegliere tra i millemila in lista d'attesa; b) non mi va di rileggere libri già letti; c) ho timore a iniziare libri lunghi perché non riesco a finire nemmeno quelli corti; d) penso che potrei provare a leggere qualche volume nuovo di saghe già iniziate in modo da avere già una conoscenza di base dei personaggi... ma poi mi dico che rischio di non apprezzare perché magari non è il periodo giusto e rovinarmi la lettura. Insomma, le confessioni di una lettrice compulsiva di oggi sfociano quasi nel patologico. Mi si perdoni lo sfogo deprimente. 

Per lasciarvi con una nota allegra, vi riporto una poesia di Saffo, di cui ho letto oggi alcune poesie raccolte in volume. Questa è Guardami e parla di un amore immaginato. Grazie a Margherita che mi ha consigliato questa lettura. 

I sottili lacci di fumo
che si dipanano dalle tue pupille
disegnano nell'aria azzurre spirali.
Sfiorando la mia pelle
mi avviluppano in un vortice di trame irregolari.
Si estingue in un fiato il mio grido disperato
sognante
mi avvolgo nel tepore spento
di un amore immaginato.


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