martedì 13 maggio 2014

Di overbooking di fiction, e saggistica

Buongiorno compulsivo a tutti,
presto o tardi doveva accadere, e in questi giorni infine è accaduto. Bookaholic dichiara ufficialmente overbooking. Non voglio più saperne di romanzi di fiction fino a nuovo ordine. Storyline, intrecci, relazioni tra i personaggi, sviluppo del personaggio. Tutto ciò mi sommerge di continuo. Non sono mai sola nella mia testa perché lo spazio ormai è affollato di protagonisti e spalle, antagonisti e trame e semplicemente non ne posso più. 

Questa è l'edizione che ho io
Solitamente i miei periodi di overbooking durano al massimo una settimana e in genere li "aggiro" leggendo fumetti, graphic novel, racconti e rileggendo cose che ho già letto e posso abbandonare in qualsiasi momento. Questa volta qualcosa è cambiato: ora è la saggistica a essere immune dalla non-voglia di lettura. Sto facendo progressi sbalorditivi con Il secondo sesso. La lettura ha preso piede e ho quasi terminato la prima parte del saggio, che a detta di chi l'ha già letto è la sezione meno interessante perché più teorica e con meno appigli nel reale. Devo confessare - ma credo che solo un ipocrita non lo confesserebbe - che il saggio della de Beuvoir non mi è chiaro in ogni minimo dettaglio: dopotutto ella per scriverlo studiò due anni e io negli ultimi due anni mi sono documentata nell'ambito della letteratura fantastica. Tuttavia il senso generale di ciò che la de Beuvoir voleva dire mi appare molto chiaro. E' un saggio che chiunque dovrebbe leggere. Riduttivo dire che dovrebbero leggerlo le donne: dovrebbero leggerlo anche gli uomini. Perché c'è ancora questa presunzione per la quale l'opera di un uomo debba andar bene a uomini e donne e l'opera di una donna sia buona solo per le donne. 

A colpirmi soprattutto in Il secondo sesso è che molte cose sono davanti ai nostri occhi solo che non ce ne accorgiamo perché non sappiamo dove e come guardare. Un libro che dovrebbe soprattutto farci riflettere sulle cose microscopiche e quotidiane perché sono quelle che spesso passano inosservate. Da parte mia posso solo dire che, ora come in futuro, cercherò sempre di non perdere la mia voce e di non sacrificarla per la voce di qualcun altro. Di fare le mie scelte e di accettare quel che sono e ciò che voglio, senza lasciarmi impensierire da tabù sociali che - per la definizione stessa di sociali - vengono dall'esterno e non provengono dalla mia interiorità. Magari non tutte queste riflessioni provengono direttamente dalla de Beuvoir, ma sono sicuramente state innescate dalla lettura e forse erano lì lì per venire a galla. 

Intanto ho sospeso la lettura della serie W.A.R.P. o T.E.M.P.O. che dir si voglia di Eoin Colfer. Avrei ancora un paio di libri da leggere per NetGalley e L'abbazia di Northanger per il gruppo di lettura dedicato a Jane Austen. Ma semplicemente non posso, non ce la faccio. Forse riuscirò almeno ad andare avanti con la run di Garth Ennis di Hellblazer, ma non ne sono sicura al 100%.

Spero che le letture per voi vadano meglio in questo periodo. Perché vorrei tornare alla fiction, lo vorrei tanto, a una fiction ben fatta. Ma poi mi prendono mille altre storie di dubbia qualità e tutto si riduce a una citazione che mi invade la testa nei momenti meno opportuni. La fiction mi ucciderà.

Saluti compulsivi a tutti,
B.  


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