giovedì 25 febbraio 2016

Caro Lettore, il blog chiude

Caro Lettore,

non so perché mi stai leggendo e nemmeno quando. 
Forse è stato un motore di ricerca a portarti qui, o forse io e te, a un certo punto, ci siamo incrociati, magari piaciuti. Non so se tu mi hai lasciato qualcosa, ma spero di aver lasciato io qualcosa a te.

Perché scrivo queste righe? Ho deciso oggi, dopo una lunga quanto inconscia riflessione, di mettere fine all'avventura di Confessions of a Bookaholic. Queste pagine virtuali, nate per dare forma alla mia ossessione per i libri, hanno espresso benissimo la Pia 25enne, che non amava prendersi sul serio e, forse, aveva una certa tendenza a denigrarsi. La stessa Pia che è stata a guardare mentre gli altri book blog, man mano, si trasformavano in una fucina di segnalazioni per ricevere in cambio copie gratuite dei libri e un giorno, chissà, lavorare in una casa editrice. Non mi riconosco più nella piattaforma Blogspot, che trovo sempre meno stimolante. Non mi riconosco più nel suo modo di parlare di libri, troppo conformista e troppo superficiale. 

Lascio online il blog perché chiunque possa leggere ciò che vi è stato scritto e affidato alla rete come messaggio a uno sconosciuto. Lo lascio per rispetto verso chi ha letto, seguito e commentato. E perché l'header (opera dell'artista Marco Guadalupi) merita di essere ammirato da più gente possibile. 

Chi avesse voglia di continuare a seguirmi può farlo su Medium o su Facebook o su Goodreads, i social network su cui, al momento, sono più attiva. Chissà che, prima o poi, io non torni a bazzicare su questi lidi.

Come sempre, un saluto compulsivo a tutti.
La vostra 
Bookaholicxxx
aka Pia 

lunedì 7 dicembre 2015

Le letture di dicembre. Magnus Chase, Magisterium e Il mito di Sisifo

Buongiorno compulsivo a tutti,
esordisco rubando le parole alla Bradamante di Calvino (Il cavaliere inesistente):


E così, dopo un lungo silenzio, eccomi di ritorno, più compulsiva che mai, pronta a lasciarmi alle spalle il passato e correre verso un gioioso avvenire (?). Prima però mi piacerebbe raccontarvi le mie ultime letture. Pronti? Procediamo.

Magnus Chase. The Sword of Summer
Non potevo aspettare la versione italiana: ormai io e Rick Riordan siamo così in confidenza che leggo tutto ciò che scrive appena pubblicato (probabilmente lo leggerei anche in tedesco). La spada dell'estate (nel frattempo pubblicata anche in italiano da Mondadori) è il primo volume di una nuova pentalogia, dedicata stavolta alle divinità norrene. Protagonista della serie è Magnus, sedicenne senza fissa dimora il cui cognome - Chase - dovrebbe giustamente far scattare un bel campanello nella mente dei lettori. Da anni sostengo che Riordan è un autore che migliora a ogni libro. Mi spiace dire che, nonostante io abbia gradito La spada dell'estate, qui non ho visto miglioramenti da Blood of Olympus. Forse Rick ha in serbo il meglio per i prossimi volumi o forse no, o forse sono più ansiosa di leggere The trials of Apollo, che si collegherà più direttamente alle vicende di Percy & Co. Sta di fatto che, dovessi dargli un voto, sarebbe una B non piena.

Magisterium 2. The Copper Gauntlet
Allora con questa serie di Cassandra Clare e Holly Black ho un rapporto un po' strano. Gravita tutto attorno a un unico interrogativo: perché continuo a leggerla? La risposta onesta è "non lo so", seguita da un più analitico "perché voglio vedere dove va a parare". Certo è che questo libro, che non esiterei a definire grezzamente "striminzito", si legge in un pomeriggio e non racconta quasi nulla. Si basa su equivoci che si potrebbero risolvere con facilità se solo i personaggi parlassero un po' di più. In alcuni passaggi è sin troppo potteriano e in altri sembra una fanfiction Drarry. Il che mi riporta alla domanda originaria. Perché continuo a leggerla? Forse la risposta giusta è "dopo questo libro non continuerò"

Il mito di Sisifo
Un bel pomeriggio uno dei miei amici su Facebook - nemmeno ricordo chi - condivise un articolo dell'Internazionale in cui si parlava di Camus e di questo suo libro che affrontava il tema del suicidio. L'articolo rifletteva sulla vita e sul suo senso e diceva, in sostanza, che anche se un senso la vita non ce l'ha, è bella lo stesso. Incuriosita, mi sono precipitata su Ibs a comprarlo. Nel corso di una successiva conversazione telefonica, mia madre mi avvisò: "Camus è frustrante" disse. Saggiamente, aggiungo. 

Ci ho provato in tutti i modi e non sono ancora riuscita a finire il libro, che evidentemente ha deciso di copiare la vita e non avere un senso. O forse sono io che non l'ho colto. Magari lo riprovo durante le vacanze di Natale, giusto per non essere troppo felice. 

Ho letto anche altre cosette, ma non voglio parlarne ora. Vi dirò che mi sto attualmente cimentando con il thriller di Natsuo Kirino Pioggia sul viso, che sto trovando gradevole seppure non un capolavoro. Non so ancora cosa figurerà tra le mie prossime letture. 

Porgendovi i consueti saluti compulsivi, vi do appuntamento alla prossima,
a presto,
B. 

venerdì 18 settembre 2015

Letture compulsive: Quando siete felici fateci caso, Il mondo incantato, Donne che amano troppo e The Sleeper and the Spindle

Buongiorno compulsivo a tutti,
è una Bookaholic in vena di autoanalisi a scrivervi. Purtroppo - o per fortuna - se gli uomini di mezza età hanno la crisi dei cinquanta anni, le donne hanno una crisi analoga quando raggiungono la soglia dei trenta e ahimè - forse qualche lettore mi credeva più giovane - io l'ho raggiunta. In periodi di crisi - intesa come "rottura", quindi "cambiamento" - proprio non riesco a buttar giù libri di narrativa e allora si va di saggistica. Ecco le mie ultime letture.

Bellissima cover
Quando siete felici fateci caso (Kurt Vonnegut, Minimum Fax)
Non ho molto da dire su questa raccolta di discorsi pronunciati da Kurt Vonnegut (Mattatoio n. 5) in diverse occasioni (perlopiù cerimonie per laureandi in vari college americani). Si tratta di un libro breve, che risente di tanto in tanto degli schemi del parlato, con una copertina e un titolo fantastici e alcune riflessioni che vale la pena condividere. Vonnegut lo dice senza tanti giri di parole: se siete felici fateci caso, gioite dei momenti belli quando notate che ne state vivendo uno. È l'unica vera strada per la felicità. E tendo a concordare con lui.
Fantastiche le streghe!

Il mondo incantato (Bruno Bettelheim, Feltrinelli)
Possiedo una copia di questo saggio sui significati psicanalitici delle fiabe da anni ma non avevo trovato il tempo o la voglia di leggerlo. L'ho approcciato varie volte, bloccandomi all'introduzione. Questa volta mi sono decisa a saltarla e andare direttamente al primo capitolo e lo stratagemma ha funzionato: forse sono anche io protagonista di una fiaba e dovevo provarci tre volte prima di compiere la mia missione? In ogni caso il libro l'ho finito e mi è anche piaciuto. Senza dubbio è un modo nuovo - nonostante sia impostato su un tipo di psicanalisi antiquato - di vedere fiabe note a tutti sin dalla più tenera età e offre molti spunti di riflessione sulla narrazione a livello generale. Adatto anche a chi non si occupa di psicologia in modo professionale.

Ansia occhio in primo piano

Donne che amano troppo (Robin Norwood, Feltrinelli)
Quando Irene me lo ha consigliato, contando che mi aveva consigliato anche Il secondo sesso, non ho potuto non leggere questo saggio. Speravo sinceramente in qualcosa di meglio. La mia insoddisfazione nei confronti del libro nasce dal fatto che racconta storie che hanno davvero del patologico, mentre avrei avuto voglia di leggere qualche esperienza in cui potermi riconoscere di più. Delle dinamiche un po' meno esasperate insomma. 

Fonte: geekinsider.com
Tra le letture recenti meritano una menzione a parte il romanzo breve (o racconto lungo, non ho mai capito la differenza) illustrato da Chris Riddel e scritto da Neil Gaiman The Sleeper and the Spindle e la graphic novel Lo scultore di Scott McCloud. Sta per essere pubblicato in italiano da Mondadori, ma io non ho resistito e l'ho letto in versione originale Bloomsbury. Ora che esce anche in italiano non aspettate e fatelo anche voi. Sempre tema fiabesco, vagamente lesbo, decisamente ottimo per riflettere.

Lo scultore e Meg

Di Lo scultore ho apprezzato alcune cose, mentre altre no; è, fondamentalmente, una storia sull'amore, l'arte e la vita. Facile riconoscersi nell'ansia di esprimersi e di non essere dimenticati che comunica, ed è bene che, di tanto in tanto, le storie ci ricordino l'importanza di vivere ogni attimo apprezzandolo come se fosse l'ultimo. Non mi è però piaciuto lo sviluppo della storia d'amore tra David e Meg. Lei, affetta da crisi maniaco depressive e probabilmente affetta da disturbo bipolare, si porta a casa lui, uno sconosciuto ubriaco e senza tetto, lui si innamora di lei nel giro di cinque minuti... Insomma, è la classica ragazza dei sogni che non esiste nella vita reale, un personaggio femminile totalmente a servizio del personaggio maschile della vicenda che non ha autonomia narrativa e respiro. Nel complesso ho apprezzato il messaggio sul "vivere la vita" quindi consiglierei Lo scultore, ma con una riflessione pre e post sull'immagine femminile che ne emerge.

Non so se e quando riuscirò a far ritorno alla narrativa senza immagini. Intanto, vi porgo i consueti saluti compulsivi,

B.